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NEL MONDO DELL'ARTE

La propensione di Philip Rolla per le arti figurative risale addirittura all’infanzia, quando realizzava copie da opere di Michelangelo e le vendeva agli amici del padre per pochi centesimi. A scuola, primarie e secondarie, in disegno aveva ottimi voti. Da adulto ha continuato per lavoro a tenere la matita in mano, ma ha anche costantemente coltivato l’interesse per l’arte contemporanea, specialmente per quella minimalista americana. Ad avvicinarlo concretamente sono stati, fin dagli Anni Sessanta e Settanta, due amici ticinesi, lo scultore Pierino Selmoni e il pittore Flavio Paolucci, a loro volta presentati a Phil dall’architetto Dolf Schnebli. Tre figure determinanti nella sua formazione culturale. Schnebli gli apre gli occhi sul concetto di casa concepita come “macchina da abitare”, Selmoni lo introduce nell’ambiente artistico ticinese e Paolucci lo porta ad ampliare i propri orizzonti conoscitivi. È grazie a Paolucci, per esempio, che a Venezia, nel 1976, “scopre” le pietre allineate di Richard Long.

C’è un’altra figura importante in quegli anni. È lo scultore americano David E. Davis, che incontra casualmente alla Fonderia Perseo di Mendrisio, durante una delle sue annuali trasferte ticinesi. Davis comprende quali siano gli interessi di Phil e gli segnala uno degli indirizzi più rilevanti per lui: Villa Panza a Varese. Modello indimenticabile, per la ricchezza delle opere contenute – sono presenti artisti come Donald Judd, Sol LeWitt e Dan Flavin -, e per la scelta originalissima dei vari allestimenti all’interno della residenza. Grazie a Giovanna e Giuseppe Panza di Biumo, Phil capisce che esiste un modo diverso di essere collezionisti d’arte. Le opere fanno parte della casa, sono vissute e godute con naturalezza. Prima di tutto da Rosella e Philip, da sempre in perfetta sintonia sul piano della sensibilità artistica, e poi dagli ospiti che hanno la fortuna di accedervi. La Ca di Guárdi di Bruzella ne è la concreta dimostrazione.

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Richard Long
Small Athens Stone Ring
1984

(Photo by Pino Musi)

Dan Flavin
Untiled
1995

(photo by Pino Musi)